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Canada: nuova politica di immigrazione per il biennio 2023-2025

immigration in Canada
Phuong D. Nguyen / Shutterstock.com
Scritto daAmeerah Arjaneeil 21 Ottobre 2022

Il 1° novembre, il Canada annuncerà le misure che intende attuare in materia di immigrazione per il periodo 2023-2025. Il governo punta ad accogliere un numero sempre crescente di espatriati in tutto il Paese, compreso il Quebec, nonostante l'opposizione del governo quebecchese.

Obiettivi 2023-2025: cosa aspettarsi?

Da quando ha iniziato a guidare il governo nel 2015, il Partito Liberale di Justin Trudeau, ha aumentato progressivamente il tetto che regola l'ingresso degli immigrati. Nel 2016 sono stati accolti 300.000 immigrati permanenti, così come nel 2017. Nel 2018 gli arrivi sono stati 310.000, che sono saliti a 330.000 e 340.000 nel 2019 e nel 2020.

Nel 2021, per compensare l'impatto negativo che la pandemia ha avuto sull'immigrazione e sull'arrivo degli studenti internazionali, il governo ha concesso l'ingresso a 401.000 stranieri. A febbraio di quest'anno, con qualche mese di ritardo rispetto al normale, sono state emanate le nuove disposizioni. Il Canada è pronto ad accogliere 431.645 immigrati nel 2022, 447.055 nel 2023 e 451.000 nel 2024.

Il 1° novembre sarà annunciato un nuovo piano che potrebbe modificare gli obiettivi per il 2023 e il 2024. Vista la grave carenza di manodopera, il governo canadese potrebbe far entrare più immigrati del previsto. Il Ministro dell'Immigrazione, Sean Fraser, ha infatti dichiarato che gli ingressi dall'estero potrebbe salire a 500.000 unità nei prossimi anni, anche se non ha specificato esattamente quando. 

Circa il 60% degli immigrati entrano per lavorare. Si tratta infatti di professionisti specializzati che si trasferiscono in Canada alla ricerca di migliori opportunità d'impiego. Il Canada è, in questo momento, il Paese più a corto di manodopera. A metà del 2022, le offerte sul mercato era il 70% in più rispetto al 2019. Mancano lavoratori e, per funzionare, il Paese ha bisogno di "migranti economici".

Esistono varie tipologie di visti canadesi per i migranti economici, come il Provincial Nominee Program (PNP), il Municipal Nominee Program (MNP), l'Atlantic Immigration Program (AIP) e l'Agri-Food Pilot Visa. Anche il visto Express Entry, che funziona con un sistema a punti, si rivolge principalmente a questi profili.

Sul numero totale degli arrivi, il governo riserva un 40% ai ricongiungimenti familiari e all'immigrazione per motivi umanitari (richiedenti asilo e rifugiati). Gli immigrati che si ricongiungono ai loro familiari residenti permanenti/cittadini sono più numerosi dei rifugiati. Da gennaio a settembre 2022, sono stati registrati 105.000 nuovi ingressi per motivi familiari e 8.250 nuovi rifugiati.

Oltre a un aumento generale sul numero degli ingressi, nei prossimi due anni saranno assegnati più posti al Programma Provinciale Nominee (PNP). Il Ministro dell'Immigrazione è entrato in contatto con le varie Amministrazioni provinciali per discutere sulle loro necessità in termini di manodopera, e sui loro obiettivi di sviluppo economico. Gli immigrati che integrano il PNP saranno dislocati sul territorio in modo strategico, a seconda del loro background accademico/professionale e in base alle esigenze delle singole province. 

Il Quebec si oppone agli obiettivi di immigrazione del governo federale

Il Quebec, regione francofona, è la provincia canadese con più libertà di manovra sulla gestione di misure amministrative. In base all'Accordo Canada-Quebec del 1991, la provincia ha il pieno controllo sugli obiettivi di immigrazione. Inoltre, può selezionare i propri immigrati economici, ha un controllo parziale sul ricongiungimento familiare e sui visti umanitari, e ha il pieno controllo dei fondi che Ottawa le assegna per supportare i nuovi arrivati con programmi come i corsi di francese.

La lingua francese è un elemento centrale dell'identità del Quebec. Il partito conservatore e nazionalista (Coalition Avenir Québec), che è a capo del governo provinciale, vuole assicurarsi che l'immigrazione non comprometta il dominio del francese nella regione. Nel maggio 2022, il governo provinciale ha approvato una legge che impone alle piccole imprese l'uso esclusivo della lingua francese sul posto di lavoro. 

Il leader della Coalition Avenir Québec, François Legault, è stato rieletto alle ultime elezioni provinciali del 3 ottobre grazie a una campagna che prometteva di mantenere invariato l'obiettivo di immigrazione del Quebec, ossia 50.000 nuovi immigrati permanenti, e non di più. Justin Trudeau e Pablo Rodríguez, Ministro del Patrimonio Canadese del Quebec, ritengono che la provincia sia in grado di accogliere almeno 100.000 nuovi immigrati all'anno. Attualmente il Quebec contribuisce solo per il 13% all'obiettivo nazionale di immigrazione, mentre, date le sue dimensioni e il suo peso demografico, potrebbe aiutare in una misura compresa tra il 23 e il 28%.

In Parlamento, il Primo Ministro canadese ha dichiarato che gli imprenditori del Quebec che ha incontrato si sono lamentati della difficoltà di trovare dipendenti. Si tratta di una carenza che, secondo Justin Trudeau, può essere risolta aumentando la soglia di immigrazione. Crede inoltre che il Québec, nel caso in cui aumentasse il tetto degli ingressi, potrebbe selezionare immigrati francofoni. Nel mondo ci sono 300 milioni di persone che parlano francese e la maggior parte dei madrelingua si concentra nei Paesi africani ad alto tasso di emigrazione.

I sostenitori della Coalition Avenir Québec, hanno espresso il loro disappunto per il tentativo del governo federale di interferire nella gestione della loro provincia. François Legault chiede a Ottawa una maggiore autonomia provinciale in materia di immigrazione. Il leader di un altro partito nazionalista del Quebec, Yves-François Blanchet del Bloc Québécois, ha detto che i commenti di Trudeau mostrano un "certo disprezzo" per la provincia. Le trattative tra Ottawa e il Québec sono attualmente in corso.

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A proposito di

Ameerah è docente e tutor privato che insegna spagnolo e mandarino a Mauritius. È stata anche traduttrice freelance, redattrice e scrittrice di contenuti per un decennio. Ha vissuto a Madrid e Pechino.

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