Sebbene a Carmen manchi Hong Kong, il suo paese d'origine, non è disposta a fare marcia indietro. Si è trasferita a Madrid di comune accordo con il marito, cittadino spagnolo, per dare un futuro migliore al loro bambino.
Presentati ai nostri lettori
Sono nata e cresciuta a Hong Kong e mi sono trasferita a Madrid nel 2016.
Sono cristiana, madre di un figlio di 7 anni, moglie di uno spagnolo dal 2013, e lavoro a distanza da più di dieci anni nel settore dei media per una società americana. Dal 2019 sono un' imprenditrice, aiuto le persone a sviluppare il loro potenziale e insegno marketing online.
Cosa ti ha portato a Madrid? Da quanto tempo ci vivi?
L'amore e il destino. Quando vivevo a Hong Kong ho incontrato mio marito e ci siamo innamorati. Dopo sette anni insieme ci siamo sposati. Quando nostro figlio ha compiuto due anni, nel 2016, abbiamo deciso di trasferirci nella città natale di mio marito, Madrid. Sentivamo la necessità di un ambiente di vita migliore, con un sistema scolastico meno competitivo.
La cosa divertente è che fin dall'adolescenza la Spagna è stata il mio paese preferito. Quando frequentavo le scuole superiori ho scelto "Carmen" come secondo nome non sapendo che fosse tra i nomi spagnoli più comuni. La mia scrittrice del cuore, Echo Chan, ha scritto diversi libri dedicati alle sue avventure di viaggio, assieme al marito spagnolo, quando vivevano nel Sahara, a Madrid, nelle Isole Canarie, ecc...
Prima di incontrare il mio compagno, non avrei mai immaginato di innamorarmi di un ragazzo spagnolo. La "Spagna" era un "sogno": misteriosa, esotica, affascinante, ma anche lontana da raggiungere... questo Paese ha iniziato a farsi strada nella mia vita senza che me ne accorgessi.
Cosa ti ha spinto a lasciare il tuo paese d'origine?
Amo molto Hong Kong, ma abbiamo deciso di trasferirci per il bene di nostro figlio. Entrambi pensiamo che possa crescere meglio in un ambiente come quello di Madrid, più adatto di Hong Kong per una famiglia con figli.
Nell'ultimo decennio il sistema educativo di Hong Kong è diventato troppo competitivo e malsano. Faccio fatica ad accettare che bambini e genitori debbano passare attraverso un serrato ciclo di interviste per essere ammessi all'asilo. Le scuole si ergono a corte suprema con il poter di accettare o rifiutare l'iscrizione.
Nessuno vuole essere escluso e quindi sul mercato trovi tutti i tipi di "corsi di formazione/workshop/seminari". Un bambino di 3 anni ha un portfolio più ricco di un neolaureato al primo colloquio di lavoro.
E questo è solo l'inizio, durante tutto il ciclo scolastico gli studenti sono subissati di compiti (dall'asilo), test e esami, indipendentemente che frequentino una scuola pubblica o privata. I ragazzi devono anche frequentare tante attività extracurriculari.
Non dico che il sistema educativo di Madrid sia perfetto, ma almeno siamo sicuri che nostro figlio, studiando qui, potrà vivere la sua vita di bambino e di adolescente.
Sono fortunata che la mia azienda è abbastanza flessibile e mi apprezza tanto da permettermi di lavorare da remoto a Madrid. Questo è un vantaggio raro per una neomamma che può iniziare una nuova vita all'estero senza dover rinunciare alla carriera. Io e mio marito siamo grati per questo.
È la tua prima esperienza all'estero?
Sì, la prima in assoluto. Prima di espatriare a Madrid avevo sempre e solo vissuto a Hong Kong.
Quali sono le principali difficoltà che hai incontrato dopo il trasferimento?
Vorrei rispondere analizzando 1) la vita quotidiana, 2) l'esperienza di genitore espatriato e 3) le amicizie.
Vita quotidiana - non è stato troppo difficile adattarsi alla vita di Madrid, in base a fattori oggettivi e soggettivi.
Fattori oggettivi - Vivo in un quartiere molto inclusivo chiamato Ibiza; i miei vicini sono amichevoli e parlo spesso con loro. Capita che le persone che incontro al mercato, in panificio, dal macellaio mi insegnino un po' di spagnolo e mettano alla prova le mie conoscenze. Ma lo fanno in modo molto simpatico e la cosa non mi disturba.
In generale, i madrileni sono gentili, disposti ad aiutare e amano parlare, il che fa davvero la differenza. Finora non ho sperimentato alcuna discriminazione, e questo facilita l'inserimento.
Grazie alla tecnologia ho a disposizione tante applicazioni mobili che agevolano la mia quotidianità: le mie preferite sono Google translate, Google Lens, City mapper, Google Maps, Uber, ecc. Tutte queste app sono una manna dal cielo. Non sono come avrei fatto a sopravvivere nell'era pre cellulare.
Fattore soggettivi - la mia prima lingua è l'inglese e sono fortunata perchè i miei suoceri lo parlano molto bene (cosa piuttosto rara a Madrid), per lavoro mi esprimo in inglese, frequento una chiesa internazionale anglofona e con mio marito parlo inglese. Con nostro figlio mi esprimo in cantonese, la mia lingua madre. I primi anni dopo l'arrivo non ho avuto bisogno, ne sentito la necessità, mi imparare lo spagnolo.
Le cose sono cambiate l'anno scorso. Come genitore straniero che non parla la lingua locale, ho dovuto affrontare una nuova sfida quando il bambino ha iniziato la scuola elementare. Non potevo aiutarlo nei compiti, ma per fortuna ci pensava il papà. Quando il piccolo ha iniziato a farsi degli amichetti è stato difficile interagire con gli altri genitori. Stessa cosa per gli incontri genitori-insegnanti.
Fare amicizie durature
I primi tre anni sono stati duri. A Hong Kong avevo amici di lunga data e non mai pensato che un giorno mi sarei separata da loro. Anche se adesso vivo lontano, siamo rimasti in stretto contatto malgrado il fuso orario.
La sfida è stata quella di fare amicizie durature qui a Madrid. Nei primi due anni, grazie alla Chiesta che frequento, ho incontrato persone provenienti da vari Paesi nel mondo. Insieme abbiamo pregato, condiviso alti e bassi, organizzato delle uscite. Purtroppo, per motivi diversi, alcuni sono rimasti in città per poco tempo e abbiamo dovuto salutarci. In soli tre anni ho “perso” cinque amici molto cari e ho sofferto.
Mi ci è voluto un po' di tempo per adattarmi a questa nuova modalità di amicizia. Oggi la prendo con più filosofia, mi piace conoscere nuova gente e sono grata per ogni momento passato insieme. Riconosco anche la bellezza di sviluppare amicizie in fasi diverse della mia vita. Anche se vanno e vengono, il ricordo rimane.
Com'è la vita di un imprenditrice espatriata a Madrid?
La mia esperienza come imprenditrice è fresca perchè è iniziata nel 2019. Visto che la maggior parte del tempo lavoro da sola via Internet, e ho clienti da tutto il mondo, non sono limitata da confini geografic. A Madrid o a Hong Kong, fa poca differenza.
C'è qualche consiglio che vorresti dare a chi sta cercando di trasferirsi in Spagna e avviare un'attività o lavorare da remoto?
Direi di prestare attenzione alle leggi locali sull'impiego e al sistema fiscale. Ogni tipologia di lavoro è tassata in modo diverso. Nel mio caso ho preferito rivolgermi a un commercialista per la gestione della contabilità. Affidandomi a un professionista risparmio tempo e sono in regola con l'Agenzia delle Entrate. Penso che per chiunque si trasferisca in Spagna, e voglia avviare un'attività, questo sia un passaggio obbligato, almeno all'inizio.
Il primo passo per chi vuole lavorare da remoto in Spagna è comunicare in modo chiaro con l'azienda che ti assume. Se non è la prima volta che lavorano con un espatriato, sanno già qual è la trafila burocratica da seguire e tu non devi preoccuparti di nulla. Se invece è una novità per entrambi suggerisco di iniziare studiando le leggi locali che regolano le assunzioni, compresi i giorni di ferie, la sicurezza sociale, che tipo di conto corrente aprire...
In questo periodo il lavoro da remoto sta diventando sempre più di tendenza e tante aziende nel mondo offrono contratti a distanza. Tra le piattaforme che offrono questo tipo di servizio trovi remote.com.
Che impatto sta avendo la pandemia sulla tua vita professionale e sociale?
La pandemia non ha modificato le mie abitudini lavorative perchè sono più di 10 anni che opero da remoto. La sola differenza è che ora, invece di viaggiare per incontri di lavoro e fiere, faccio riunioni virtuali. Alcuni giorni li passo davanti allo schermo facendo solo riunioni su Zoom: con i colleghi, i superiori, i clienti, altri giorni sono invece più tranquilli.
Per quel che riguarda la mia vita sociale, il cambiamento c'è stato. E' da oltre un anno che non invitiamo amici a casa e non organizziamo riunioni di famiglia. Per fortuna ora le cose a Madrid si stanno normalizzando. La differenza rispetto a prima è che i gesti barriera, l'uso della mascherina e la disinfezione delle mani sono diventati parti integranti della nostra vita.
Cosa ne pensi del modo in cui la Spagna ha gestito la pandemia? Quali sono le restrizioni attualmente in vigore?
La vita a Madrid è abbastanza normale ora e le restrizioni sono state allentate. L'obbligo di indossare la mascherina negli spazi chiusi e sui mezzi pubblici è ancora in vigore. Niente mascherina invece per strada e nei luoghi all'aperto.
Per quanto riguarda bar e ristoranti, all'aperto sono ammessi gruppi di 10 persone allo stesso tavolo, che si riducono a 6 al chiuso. Per discoteche, centri commerciali, mercati, negozi, cinema, teatri, musei, gallerie d'arte, ecc... le restrizioni sono state tolte. Io stessa ho ripreso ad andare al cinema e la sala è quasi piena.
Gli studenti vanno a scuola con le mascherine e devono rispettare il distanziamento sociale. Molte aziende hanno riaperto gli uffici e alcune applicano una tecnica di lavoro ibrido, in presenza e da remoto.
Durante i primi mesi della pandemia, le strade di Madrid erano deserte. Ricordo che uscivo per andare in farmacia e la calma surreale che si respirava mi faceva scendere le lacrime.
Vedere la città che si anima di nuovo, mi fa stare bene. I casi di contagio sono purtroppo in aumento ma non sono state introdotte nuove restrizioni. In generale mi sento al sicuro perchè la maggior parte della gente usa la mascherina anche quando si sposta all'aperto, pur non essendo obbligatorio.
Per entrare in Spagna (via aerea o per mare) i viaggiatori devono presentare un certificato di vaccinazione e il risultato negativo in un test PCR, effettuato 48-72 ore prima dell'arrivo in Spagna.
Durante il soggiorno, non è necessario fare altri test e non bisogna auto isolarsi all'arrivo.
Cosa preferisci e cosa non ti piace di Madrid?
Amo molto la gente, amichevole e gentile. Finora non ho subito alcuna discriminazione o trattamento scorretto (anche se altri mi hanno raccontato che a volte succede, soprattutto verso gli studenti universitari stranieri). Il cibo è buono, il costo della vita è inferiore rispetto a Hong Kong mentre l'ambiente e la qualità della vita sono migliori (l'aria qui è addirittura più fresca!).
Quello che davvero non mi piace di Madrid (e della Spagna in generale) è la scarsa efficienza dei servizi al cittadino. Come espatriati, dobbiamo confrontarci con tanta burocrazia e le informazioni disponibili sui siti governativi non sono sempre esaustive. Inoltre, chiamando gli uffici di persona, può succedere di avere risposte diverse a seconda dell'impiegato con cui si parla.
Non credo che sia un problema di lingua perché la maggior parte delle volte (99%), mio marito gestisce tutte queste procedure per me. Anche lui, che è spagnolo, a volte è confuso. Anche i miei amici hanno avuto esperienze simili quindi suppongo che funzioni proprio così. Questa cosa non mi piace ma devo accettarla.
C'è qualcosa che ti manca del tuo paese d'origine?
Sì. La mia famiglia e i miei amici. E il cibo, in particolare quello tipico che non so cucinare da sola come i dim sum. Mi manca anche l'essenza di Hong Kong, la flessibilità, la comodità, l'energia, il coraggio, la libertà che avevamo. Mi manca molto la "vecchia" Hong Kong.
Se dovessi rifare il trasloco, c'è qualcosa che gestiresti diversamente?
Si, mi informerei meglio sulle procedure per il trasferimento di beni e di capitale da Hong Kong a Madrid. E' complesso gestire alcune pratiche da qui. Mi sono resa conto che se organizzato meglio questo aspetto, avrei risparmiato tempo e denaro.