Mathilde si è trasferita negli Stati Uniti per uno stage quando aveva 22 anni ed è ripartita con un marito e tre figli per ricominciare da capo in Ecuador. Originaria di Grenoble, in Francia, racconta a ½ûÂþÌìÌà la sua esperienza davvero fuori dal comune.
Come è iniziata la tua esperienza legata all'espatrio?
Avevo 22 anni quando ho lasciato la Francia per uno stage a San Francisco, negli Stati Uniti, durante l'estate. Lì ho incontrato mio marito, l'anno successivo ci siamo trasferiti in California e ci siamo sposati!
Hai vissuto negli Stati Uniti per 20 anni. Raccontaci di più.
In realtà sono rimasta in America per 15 anni: 12 anni a San Francisco, in California, e poi 3 anni a Denver, in Colorado.
A San Francisco, ho lavorato per l'IRC (International Rescue Committee) come agente d'immigrazione: il mio ruolo era quello di aiutare i rifugiati con le loro domande di residenza e cittadinanza. Successivamente, ho iniziato una carriera come investigatore privato con il California Appellate Project (CAP). Per 7 anni ho condotto indagini per la difesa dei prigionieri nel braccio della morte in California. I miei 12 anni a San Francisco sono stati molto intensi, tra famiglia e lavoro. Alla fine, il costo eccessivo della vita (soprattutto gli affitti) ci ha spinti a un cambiamento. Dopo la nascita del nostro terzo figlio, abbiamo deciso di trasferirci in Ecuador.
Dopo 3 anni in Ecuador, siamo tornati negli Stati Uniti. Ci siamo stabiliti a Denver perché San Francisco era diventata finanziariamente inaccessibile per noi. E poi mio marito aveva parenti in Colorado.
Vivere a Denver è stata un'esperienza molto positiva per la nostra famiglia. Questa città mi ricordaav molto Grenoble, la mia città natale, con le sue montagne e valli innevate. Siamo stati bene, nonostante la salute precaria di mio marito. Grazie ai nostri figli, ci siamo ben integrati in due fantastiche comunità : quella della danza e quella della capoeira. San Francisco e Denver sono due città molto diverse, ma hanno soddisfatto al massimo le nostre esigenze!
La parte burocratica legata al tuo soggiorno negli USA è stata complessa da affrontare. Ce ne puoi parlare?
Quando io e mio marito ci siamo sposati in California, lui non era cittadino statunitense (è di origine ecuadoriana) quindi tutti i passaggi per diventare un residente permanente sono stati complicati. Prima è dovuto diventare cittadino americano (ci è voluto un anno), poi io ho chiesto la Green Card come coniuge di un cittadino statunitense. La nostra pratica è rimasta in sospeso per cinque anni perché le amministrazioni avevano dei dubbi sulla nostra unione! Abbiamo dovuto assumere un avvocato specializzato in immigrazione per completare l'intero processo.
Alla fine sono riuscita a ottenere lo status di residente permanente e dopo 3 anni sono diventata cittadina americana!
Le lungaggini burocratiche hanno avuto un impatto negativo sulla tua vita negli Stati Uniti? Hai qualche rimpianto?
Ho avuto molti rimpianti all'inizio, quando la pratica è stata sospesa. Ogni anno dovevo rinnovare il permesso di lavoro e ogni volta che tornavo in Francia dovevo chiedere un'autorizzazione per rientrare negli Stati Uniti. Mi è costato migliaia di dollari! Ma non ho rimpianti perché, come cittadina americana, ho diritto a tante agevolazioni, anche se non vivo più negli Stati Uniti!
Come è nato il progetto di trasferimento in Ecuador?
Dopo aver avuto il nostro terzo figlio a San Francisco,10 anni fa, abbiamo deciso di trasferirci in Ecuador perché lì la vita è più economica, ed eravamo stanchi dello stile di vita frenetico e di spendere metà del nostro stipendio in affitto e l'altro nella scuola dell'infanzia per i bambini. Dato che mio marito è ecuadoriano, è stato facile per noi trasferirci in questo paese.
Come si è svolto il processo di immigrazione in Ecuador?
Dato che sono sposata con un cittadino ecuadoriano, il processo di immigrazione è stato molto più semplice di quello negli Stati Uniti. Ma la burocrazia è farraginosa e lenta! C'è da dire anche che non ci eravamo informati con cura sui documenti da portare dagli Stati Uniti. Ad esempio, qualsiasi documento (come certificato di nascita, certificato di matrimonio e casellario giudiziario) doveva essere tradotto in spagnolo, apostillato e autenticato. Non ne avevamo idea prima di trasferirci. Tutto sommato però nel giro di due mesi ci hanno dato la residenza.Â
Com'era la tua vita in Ecuador appena arrivata?
Abbiamo vissuto per 3 anni nelle Isole Galapagos perché mio marito insegnava lì. E' stato fantastico. Al tempo io ero a casa e mi  prendevo cura dei nostri figli, che avevano rispettivamente 1, 3 e 7 anni.Â
Purtroppo siamo dovuti tornare negli Stati Uniti per 3 anni perché mio marito si è ammalato e l'assistenza sanitaria era migliore lì che in Ecuador.
Siamo tornati 3 anni fa, dopo aver trascorso 3 anni in Colorado. Ora abitiamo vicino a Quito, in una valle delle Ande. Mio marito è in pensione e io lavoro online.
Hai avuto dei problemi ad adattarti alla vita in Ecuador?
Devo ammettere che ho un debole per gli Stati Uniti. Quando sono arrivata a San Francisco, 20 anni fa, è stato come un sogno diventato realtà ! Le persone intorno a me parlavano cinese, spagnolo, vietnamita, arabo... Mi piaceva vivere circondata da tante culture differenti. Â
Gli Stati Uniti sono un paese pieno di contraddizioni ed estremi, e questo mi affascina!
L'Ecuador è un paese bellissimo, le persone sono molto cordiali e amichevoli, ma c'è una spaccatura significativa tra gli ecuadoriani di origine spagnola e gli indigeni, e questo a volte mi mette a disagio.
La tua vita è cambiata in questi vent'anni. Quali sono i tuoi piani per il futuro?
Eh sì, decisamente! Sono passata da studente a mamma di 3 bambini, e le mie priorità sono molto cambiate. Ora al centro ci sono i miei figli e la loro educazione.
Vorrei tornare in Europa. I miei figli sono cresciuti negli Stati Uniti e in Ecuador e voglio che conoscano la cultura europea in generale, non solo quella francese. Quindi probabilmente ci trasferiremo in Spagna tra 2 o 3 anni!