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I visti d'oro resisteranno alle pressioni dell'UE?

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Shutterstock.com
Scritto daAsaël Häzaqil 17 Ottobre 2024

Gli stranieri facoltosi possono auspicare in un ritorno del passaporto d'oro in Europa? Il caso di Malta lascerebbe ben sperare. Questo programma, che offre la cittadinanza per investimento, è severamente criticato dalla Commissione Europea, ma potrebbe essere reintrodotto in alcuni Stati Membri. Diamo un'occhiata più da vicino.

Cittadinanza europea per investimento: la posizione di Malta sotto la lente dell'UE

Per anni, la Commissione Europea ha esortato gli Stati membri ad abolire i programmi del visto d'oro (Golden Visa), che prevedono sia il diritto di residenza che la cittadinanza (con acquisizione del cosiddetto passaporto d'oro) in cambio di un investimento finanziario. Bruxelles ha preso di mira questi programmi per contrastare il riciclaggio di denaro e l'evasione fiscale, ritenendo che vadano annullati allo scopo di promuovere una maggiore giustizia sociale tra i cittadini europei. I programmi dei visti d'oro, basati sugli investimenti, sono ritenuti delle scorciatoie per aggirare i processi di naturalizzazione che sono molto lunghi e severi.

Mentre diverse nazioni europee come Cipro e Bulgaria hanno ceduto alle pressioni di Bruxelles, Malta resiste. Il suo programma, noto come "Citizenship by Naturalization for Exceptional Services by Direct Investment" (MEIN), prevede due percorsi: uno concede la cittadinanza maltese in 36 mesi a fronte di un investimento di 600.000 euro, mentre l'altro offre la cittadinanza in soli 12 mesi per 750.000 euro, un periodo significativamente più breve rispetto ai cinque anni di attesa tipici della maggior parte dei Paesi europei. Gli investimenti possono riguardare anche beni immobili. Ottenere la cittadinanza maltese significa anche acquisire la cittadinanza europea, dato che Malta fa parte dell'UE.

Cittadinanza per investimento: la posizione provocatoria di Malta

Il programma di cittadinanza di Malta è in contrasto con le leggi europee? È quanto sostiene la Commissione Europea, che sottolinea le direttive dell'UE in merito alla cittadinanza europea e la necessità di cooperazione tra gli Stati membri su questioni di interesse comune. Nell'ottobre 2020, la Commissione ha avviato un procedimento contro Malta e Cipro. Se quest'ultimo dice di acconsentire all'interruzione del programma di visti d'oro, Malta non risponde.

Il 29 settembre 2022, la Commissione Europea ha portato Malta davanti alla Corte di Giustizia Europea (CGE), accusandola di aver violato la normativa europea. La Commissione ha sostenuto che la cittadinanza per investimento, offerta da Malta, va contro le leggi europee. Il Commissario UE Didier Reynders ha dichiarato con fermezza che "i valori dell'UE non sono in vendita". Questa azione legale ha segnato un precedente, rafforzando la posizione della Commissione contro i passaporti d'oro. Malta potrebbe essere soggetta a pesanti sanzioni finanziarie. 

Il 4 ottobre, però, si è verificato un importante colpo di scena: Michael Collins, l'avvocato generale dell'UE, ha affermato che la cittadinanza europea non presuppone legami effettivi con lo Stato membro, suggerendo così che le argomentazioni dei funzionari europei non hanno alcun peso legale. Ha sottolineato che la questione della cittadinanza è di competenza esclusiva dei singoli Stati membri, un principio sancito dalla Dichiarazione n. 2 del Trattato sull'Unione Europea dove si invitano gli Stati a non interferire con i criteri sulla nazionalità stabiliti da un altro Paese dell'UE. Secondo le conclusioni di Collins, uno Stato membro dell'UE può "vendere" la propria cittadinanza come meglio crede, a patto che faccia i dovuti controlli. Collins invita la Corte di giustizia europea ad archiviare il caso contro Malta. 

Riforma del visto d'oro a Malta: implicazioni per l'Europa

La Commissione europea si trova di fronte a una potenziale battuta d'arresto. Se la Corte di Giustizia Europea (CGE) dovesse ritenere il programma di Malta in linea con le leggi dell'UE, gli Stati potrebbero (re)introdurre i visti d'oro che concedono la cittadinanza per investimento. E' poco probabile che gli Stati membri accolgano con favore la supervisione dell'UE sulle loro politiche di cittadinanza, anche se fosse atte a migliorare la sicurezza delle frontiere.

L'attenzione della Commissione Europea si concentra sui pochi Stati membri che ancora offrono i visti d'oro. Attualmente, i Paesi che concedono la cittadinanza europea per investimento sono solo tre: Malta, Cipro e Bulgaria. Il 31 marzo 2024 la Bulgaria è diventata un membro parziale dell'Area Schengen, insieme alla Romania. Cipro, coinvolta in diversi scandali, ha valutato di interrompere il suo programma di passaporto d'oro nel 2020. Iniziato nel 2013, il programma cipriota ha attirato circa 4.000 stranieri facoltosi, generando oltre 8 milioni di euro di entrate. Questo afflusso di capitali stranieri era una strategia per mitigare l'impatto della crisi finanziaria. Bruxelles ha tuttavia individuato numerose irregolarità e sospetti di corruzione all'interno del programma.

Passaporto d'oro nell'UE: verso una svolta?

Il 12 gennaio 2022, la Bulgaria vara un progetto di legge per abolire il programma del passaporto d'oro come parte di una serie di iniziative anti-corruzione. Lanciato nel 2013, il programma di cittadinanza per investimento della Bulgaria ha attirato un'attenzione simile a quella di Cipro e Malta. L'eventuale archiviazione del caso di Malta da parte della Corte di Giustizia europea potrebbe spingere Bulgaria e Cipro a riconsiderare o riattivare i loro programmi. Altri paesi dell'UE potrebbero essere tentati di introdurre programmi simili.

L'Ungheria non ha atteso le conclusioni dell'Avvocato Generale dell'UE per rilanciare il suo programma di visti d'oro. Interrotto nel 2017, questo programma è tornato in vigore il 1° luglio 2024. A seconda dell'opzione scelta, gli stranieri possono ottenere la residenza permanente dopo 3 anni. Dopo altri 5 anni possono richiedere la cittadinanza. La decisione della Corte di Giustizia europea e la reazione della Commissione europea restano da vedere.

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Ho una laurea magistrale in Giurisprudenza - Scienze Politiche e un diploma del Japanese Language Proficiency Test (JLPT) N2. Ho lavorato come addetta alla comunicazione. Ho oltre 10 anni di esperienza come web copywriter.

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